Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Se acconsenti basta chiudere questo box premendo il tasto "Accetto". 

 

Il Bollettino della Parrocchia

Questa email contiene immagini, se non riesci a visualizzarle, entra nel sito.
 
 
 
 
   

Parrocchia di

San Marco Evangelista

 
 
 

Bollettino Parrocchiale del 11 novembre 2012

 

Riflessione di Don Romeo

 

STATE in GUARDIA DAGLI  SCRIBI

Una serie di pagine sconcertanti, urticanti, di quelle che sarebbe tanto bello togliere dal nostro cristianesimo " fai da te" e che, invece, ci sono donate come occasione per ripartire dalla fede.  Poche volte, nel vangelo, il Signore esplicita in maniera così diretta la sua preoccupazione.  I discepoli possono diventare come gli scribi, questa è la preoccupazione del Maestro.

Erano  gli scribi a custodire la Legge, a interpretarla, a giudicare chi la violava. Gesù li accusa pesantemente, senza mezze misure. Sono vanitosi e fanno del loro servizio una smisurata ricerca di potere. Amano indossare una divisa per farsi riconoscere, amano il rispetto timoroso dei poveri cittadini, sono sempre presenti agli eventi sociali, e non perdono l'occasione per mettersi in mostra. Penso a quanto successo in Campania qualche settimana fa e della sfuriata di un questore che ha rimproverato un povero prete intervenuto ad un dibattito pubblico per denunciare discariche abusive di amianto. Tema della sfuriata? La presunta mancanza di rispetto del reverendo che continuava a indirizzarsi alla collega del questore chiamandola "signora". Sconcertante, ma è così: oggi ancora molti tengono più alla forma che alla sostanza! Ma penso anche, purtroppo, alla denuncia fatta dal cardinale di Napoli che parla di carrierismo all'interno della Chiesa. I primi posti, le divise, gli applausi e gli inviti ufficiali purtroppo esercitano ancora un fascino demoniaco su molti pastori che non si rendono conto di diventare uno spettacolo che allontana dal vangelo.

Vedere girare un ecclesiastico in auto di grossa cilindrata, magari con autista, in questi tempo non rende certo onore al ruolo ma, al contrario, diventa una grossa contro testimonianza. Peggio: gli scribi divorano i denari delle vedove.

Se la vedovanza già rappresenta uno stato di grande dolore, di lacerazione interiore, di frantumazione di affetti, restare vedove. al tempo di Gesù, era una vera e propria tragedia. Senza servizi sociali, senza appoggio dalla famiglia, spesso la vedova si vedeva costretta, per vivere, a mendicare o, peggio, a prostituirsi. La condizione della vedova, perciò, era la peggiore che si potesse immaginare: sola, senza sussistenza economica, disprezzata perché mendicante o prostituta. Ma ricercata dagli scribi che riuscivano a ricevere donazioni od elemosine da donne rimaste sole e plagiate in nome di Dio.

Non posso non pensare alla situazione drammatica che stiamo vivendo, alle scene degli scontri in piazza in Grecia, ai disoccupati che crescono, tutti vittime di un sistema che non abbiamo scelto, tutti storditi dal nuovo Dio che è l'economia, tutti succubi di meccanismi che ci sono venduti come indispensabili ed inevitabili, come se non fossimo noi ad avere creato le leggi di mercato!

 

Di fronte a questi atteggiamenti, Gesù propone, a sorpresa, il modello di una vedova che, umilmente, vede entrare nel tempio.   Gesù loda la generosità di questa donna che ha dato il suo necessario come offerta a Dio, e ignora le generose offerte pubblicate a titoli cubitali dal miliardario di turno. Ci sono momenti nella vita in cui perdiamo tutto: salute, lavoro, una persona cara (non necessariamente perché muore), voglia di vivere. Momenti faticosi, terribili, in cui abbiamo l'impressione di non sopravvivere. Come la vedova di Elia, trasciniamo un passo dopo l'altro, tenuti in vita da qualche affetto (il figlio per la vedova) ma rassegnati a veder consumare ogni forza, ogni energia.

La vedova del Vangelo - ingenua - mette quel poco che ha per il Tempio, per Dio.

Il suo gesto è assoluto, profetico, colmo di una tenerezza infinita.

Anche quando siamo incapaci di provare emozioni, o di desiderio di vita, possiamo diventare luce, totalità, dono, speranza. Non ce ne accorgiamo, ovvio, e forse neppure ce ne importa. E noi discepoli, fragile popolo di Dio, impariamo dalle vedove, dai poveri a contare sull'Assoluto, ad abbandonarci - sul serio - nelle mani di Colui che tutto può.   Non la gloria, non la devozione, non l'apparenza (anche clericale e cattolica!) ci salvano, ma l'essere medicanti di luce.

 



Eventi in Evidenza

 

Grande Festa dell’A.C.R. domenica 18 novembre alle ore 15.00 in Centro Parrocchiale  Attività e giochi per tutto il pomeriggio con la conclusione della Messa alle ore 18.00

Aspettiamo anche i Genitori alla Messa accompagnata dai canti dei nostri ragazzi

 

 

 

 

 
 

Non vuoi più ricevere la Newsletter?

Fai clic qui per visualizzare online

 

Powered by AcyMailing
Allegati
bollettino del 11 novembre 2012.pdf