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Il Bollettino della Parrocchia

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Parrocchia di

San Marco Evangelista

 
 
 

Bollettino Parrocchiale del 14 ottobre 2012

 

Riflessione di Don Romeo

 

Ricchi e ricchezza

"Fra voi non sia così": è il tema che ricorre in queste ultime settimane dell'anno di Marco e che ci invita a riflettere sul nostro modo di essere Chiesa.

Il Signore ha descritto bene l'atteggiamento naturale, spontaneo che abbiamo rispetto ad alcuni temi spinosi:

  • il potere      ("Chi è il più grande?"),
  • la diversità ("Non è dei nostri"),
  • l'affettività ("È lecito ripudiare la propria moglie?")

ed invita i discepoli a ragionare e vivere in maniera radicalmente diversa. Se è normale agire istintivamente, è evangelico scegliere di orientare le proprie scelte alla luce degli insegnamenti di Gesù. Quella che il Signore chiede non è un'opprimente cappa moralistica ma, piuttosto, lo svelamento di una (bella) possibilità di vita alternativa che portiamo nel cuore.

Oggi dobbiamo parlare del tema del denaro e del possesso.

Tema delicato perché - come l'affettività - affonda le sue radici in esperienze e desideri radicati nell'inconscio. Cosa pensa il mondo della ricchezza? Senza cadere nel populismo o nel moralismo possiamo affermare con crudezza e realismo che in questo terzo millennio a comandare ogni scelta, a orientarla, è ormai l'economia.

Crollata l'epoca delle ideologie che hanno caratterizzato il secolo appena finito, siamo rimasti con un pugno di mosche in mano e la teoria del turbo-capitalismo, del liberalismo assoluto, della globalizzazione portatrice di benessere per l'umanità è proposta - de facto - come l'unica (l'ultima?) ideologia imperante. E i danni di questa impostazione li stiamo vedendo tutti.

L'economia gestisce il potere e le scelte, anche nel nostro piccolo mondo.

Se siete cittadini senza grandi passioni per borsa e vicende del genere, siete però consapevoli di come l'aspetto economico sia diventato determinante nella nostra vita quotidiana e l'ipotetico e mai raggiunto livello di benessere, in realtà, condizioni la nostra vita in maniera assurda.

Occorre lavorare per produrre per guadagnare e comperare cose (spesso inutili) per tenere in piedi un'economia gonfiata.

E questo messaggio passa e dis –educa.

Qui e ora siamo chiamati a vivere:

  • per mantenerci dobbiamo lavorare in due in famiglia,
  • per comperare un alloggio popolare occorre contrarre un mutuo di trent'anni (!)
  • molti anziani, dopo una vita passata a lavorare, faticano ad arrivare alla fine del mese,
  • giovani adulti  dal momento che non hanno un lavoro fisso. non possono guardare con serenità al proprio futuro.

Non ho mai conosciuto nessuno che mi dicesse: io vivo per far soldi.

Ma, allora, da dove vengono tutte le liti furibonde per questioni di eredità?

Amicizie definitivamente affossate per un prestito mai restituito?

Dobbiamo ammetterlo: il possesso fa parte della nostra natura, l'accumulo ci è connaturale, la soddisfazione dei bisogni - veri o presunti che siano - muove la nostra vita. E chi vende lo sa bene.  E Gesù cosa dice?  Gesù non condanna la ricchezza, né esalta la povertà.

Lo dico perché spesso noi cattolici scivoliamo nel moralismo criticando i soldi (degli altri) e invitando a generosità (sempre gli altri).

Gesù ama il giovane ricco, lo guarda con tenerezza, vede in lui una grande forza e la possibilità di crescere nella fede. Gli chiede di liberarsi di tutto per avere di più, di fare il miglior investimento della sua vita. Gesù frequenta persone ricche e persone povere, è libero.

Ma ammonisce noi, suoi discepoli: la ricchezza è pericolosa perché promette ciò che non può in alcun modo mantenere. Dunque, dice Gesù, la ricchezza può ingannare, può far fallire miseramente una vita, la pienezza è altrove, non nella fugace emozione di avere realizzato il sogno di possedere il giocattolo prezioso cui anelo. Ma la povertà non è auspicabile, la miseria non avvicina a Dio ma precipita nella disperazione.

Perciò il Signore ci chiede di avere un cuore libero e solidale: la povertà è scelta dai discepoli perché ci è insopportabile vedere un fratello nella miseria, tutto lì.

Ancora una volta il Signore ci chiede di essere diversi, il "fra voi non sia così" che è caratterizzato, in questo caso, dalla scelta della condivisione e della essenzialità, del soccorrere le povertà e accontentarsi mantenendosi nell'essenzialità, senza finire nella spirale della cupidigia.

Elemosina, condivisione, dono, sono ancora i protagonisti di una sana vita da discepolo, senza affannarsi dell'accumulo ma coscienziosamente affidandosi a quel Dio che veste splendidamente l'erba del campo. E questa logica deve permeare anche i rapporti nelle comunità, i soldi delle comunità che servono all'annuncio del vangelo senza fumosità, senza ambiguità. Se facciamo parte di una comunità manteniamola anche economicamente, chiediamo e offriamo trasparenza, orientiamo le nostre scelte a servizio dell'annuncio. Che tra noi, nelle nostre chiese, nelle nostre scelte, prevalga sempre la generosità e la fiducia nella Provvidenza al calcolo che appanna la libertà che dobbiamo tenere nei confronti del possesso. Facciamoci dono, facciamo della nostra vita un dono e avremo - stupore - cento volte tanto, come sperimenta Pietro.

 



Eventi in Evidenza

 

Lunedì 15 e martedì 16  sempre ore 20.30 iniziano le attività di formazione per  i nostri GIOVANISSIMI ( sono gli studenti delle Superiori). Due serate dedicate a loro ( grazie tantissime agli Animatori tanto disponibili e bravi) proprio per offrire a tutti la possibilità di partecipare. Per passa parola tutti sanno dell’iniziativa. Sapete di essere attesi e benvenuti. A R R I V E D E R C I

 

 

 

 

 
 

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Allegati
bollettino del 14 ottobre 2012.pdf