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Il Bollettino della Parrocchia

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Parrocchia di

San Marco Evangelista

 
 

Bollettino Parrocchiale del 29 dicembre 2013

 

Don ALBINO BIZZOTTO: “Fratelli si nasce e lo si diventa ogni giorno”

Mi chiedevo da dove partire per rendere reale e praticabile l’augurio di Francesco, il nostro carissimo vescovo di Roma, per la giornata mondiale per la pace: dai forconi, dai disabili, dai sinti e rom, dai disoccupati, dai bambini che muoiono di fame, dai rifiutati e scartati da questo sistema economico e finanziario perché superflui?

E mi rivolgo a chi? Al mondo della politica, dell’economia e della finanza, alla società civile e al volontariato,  alle comunità ecclesiali per costruire risposte nuove e adeguate a una situazione che di giorno in giorno si fa più esplosiva? La crisi che condividiamo a livello globale non è un gomitolo da dipanare, si presenta più come un ingorgo di fili che s’intersecano fra loro. Non sono sufficienti risposte settoriali, perché di mezzo c’è la vita della stragrande maggioranza della popolazione mondiale e del pianeta stesso. (…)

“Siamo tutti fratelli” è uno slogan che abbiamo sentito fin da piccoli. Qualche volta ci abbiamo scherzato sopra: “Fratelli in Cristo, ma non in pentola”. Oggi scegliere la fraternità interroga con urgenza la nostra libertà, la nostra fede in Gesù e le nostre scelte quotidiane. La crisi in corso o ci fa puntare ancora sulla quantità di cose da assicurarci, e sarà guerra, o ci fa scommettere sui rapporti con tutte le altre persone del mondo, e sarà nuovo stile di vita. La fraternità oggi in un mondo globalizzato ci fa prendere coscienza che nessuno è meno figlio di un altro, che fratelli si nasce e fratelli si diventa ogni giorno, che la fede in Dio Padre riguarda la felicità di tutti, perché suoi figli. (…) L’economia ha valorizzato sempre i rapporti di forza e la concorrenza spietata in vista della propria supremazia (“i soldi non guardano in faccia a nessuno”), dividendo il mondo in amici e nemici, accettando la bulimia di pochi con la fame di troppi, realizzando come principale l’industria della guerra e privilegiando l’esasperazione dei consumi, anche a costo della distruzione del pianeta.

Non è questo il mondo della gioia che ci auguriamo; è piuttosto quello della paura. Ma la fraternità non cresce come erba spontanea, probabilmente non sarà nemmeno maggioranza. Siamo in un momento sociale e politico caldo, a volte convulso e confuso. Ma c’è luce ed energia in abbondanza se attingiamo alla parte profondamente umana che ci ritroviamo dentro, se riusciamo a mantenere l’ascolto dei bisogni degli altri, oltre le apparenze e le stesse nostre antipatie. C’è un agire quotidiano diretto, con esperienze di ogni tipo di vicinanza e di solidarietà. (…) .

 

 

 

 
 

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Allegati
bollettino_del_29_dicembre.pdf